Il D.lgs 81/2008 sottolinea chiaramente l’importanza della formazione dei lavoratori in merito alle questioni legate alla sicurezza sul lavoro.
In particolare, gli articoli 36 e 37 stabiliscono chiaramente quali sono gli obblighi del datore di lavoro circa la formazione e all’informazione dei suoi dipendenti.
Più precisamente, l’articolo 36 stabilisce che il datore di lavoro deve provvedere a informare i lavoratori su:
L’articolo 37, invece, obbliga il datore di lavoro ad assicurare una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza sul lavoro, e segnatamente rispetto a:
L”articolo 37 D.Lgs. del n. 81/2008 (Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti) rappresenta il caposaldo immateriale e definisce gli obblighi fondamentali, sanzionando come reati penali i commi che determinano l’obbligo formativo.
Come abbiamo visto più sopra, il datore di lavoro deve assicurare che ciascun lavoratore riceva una formazione in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche.
La sanzione per la violazione è l’arresto da due a quattro mesi o un’ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro
Per quanto riguarda la durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione di sopra, esse sono definiti mediante accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
La formazione e, ove previsto, l’addestramento specifico devono avvenire in occasione:
Inoltre, la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti deve essere periodicamente ripetuta in relazione all’evoluzione dei rischi o all’insorgenza di nuovi rischi.
Secondo quanto stabilito Corte di Cassazione, il datore di lavoro deve controllare che siano osservate non solo le disposizioni di legge, ma altresì quelle, eventualmente impartite in aggiunta al lavoratore. Ciò determina che, nell’esercizio dell’attività lavorativa, in caso di infortunio del dipendente, la condotta del datore di lavoro che sia venuto meno ai doveri di formazione e informazione del lavoratore e che abbia omesso ogni forma di sorveglianza circa la pericolosa prassi operativa instauratasi, «integra il reato di lesione colposa aggravato dalla violazione delle norme antinfortunistiche». «È infatti il datore di lavoro che, quale responsabile della sicurezza del lavoro, deve operare un controllo continuo e pressante per imporre che i lavoratori rispettino la normativa e sfuggano alla tentazione, sempre presente, di sottrarvisi anche instaurando prassi di lavoro non corrette».
Tale responsabilità è, infine, evidente nell’art. 2087 Codice Civile, il quale stabilisce che «l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro».
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